Quando è opportuno rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta?
Generalmente le persone decidono di richiedere un aiuto di tipo psicologico nel momento in cui stanno attraversando un momento di “crisi”, periodi di malessere, insoddisfazione, sofferenza da un punto di vista personale, relazionale, lavorativo, di coppia, genitoriale. A volte la crisi e il dolore che ne consegue, arrivano proprio per indicare che l’equilibrio statico in cui si sta vivendo è giunto ad una stagnazione e che è necessario far entrare aria nuova. Il momento di crisi può trasformarsi quindi in un momento di evoluzione personale. In quest’ottica, decidere di prendersi cura di sè e del proprio benessere psicologico in questi momenti rappresenta un’opportunità di crescita che ciascuno dovrebbe donare a sè stesso.
Quali solo le modalità di avvio dell’intervento?
Al professionista arriva, previo contatto via mail o telefonico, la richiesta di un appuntamento. Inizia una prima fase di elaborazione della domanda posta del paziente e di accoglimento e analisi del disagio portato: il primo colloquio.
Nel corso dei primi 3/4 colloqui di consulenza verrà raccolta l’anamnesi e la storia della persona. Ciò contribuirà ad arricchire il campo per preparare l’inizio dell’intervento terapeutico.
Insieme al paziente, il terapeuta costruisce e condivide degli obiettivi terapeutici concreti su cui la psicoterapia si focalizzerà.
Quanto dura una psicoterapia?
La durata di una psicoterapia, secondo l’approccio terapeutico da me utilizzato, non può essere definita a priori. Nel paziente possono verificarsi mutamenti importanti anche in una o poche sedute. Non c’è quindi una correlazione rigorosa di tempo e di risultati. Si verificano nel percorso momenti di progressione e momenti di stallo, anch’essi significativi del lavoro su sè stessi, da cui vengono poi trovate risorse per nuovi cambiamenti.
Diversi fattori possono determinare la durata del percorso terapeutico, ed essi sono legati molto all’unicità della persona che si ha davanti: le risorse individuali messe in gioco nel processo di cambiamento, la consapevolezza di aspetti disfunzionali e la reale motivazione a cambiarli, la complessità del problema portato, il tipo di obiettivo che paziente e terapeuta concordano per il cambiamento, la relazione e l’alleanza che si riesce ad instaurare tra paziente e terapeuta.
Generalmente si considera che una psicoterapia in grado di incidere in maniera significativa sulla qualità della vita di una persona debba durare almeno 1 anno, con una frequenza almeno settimanale.
Quale frequenza per la psicoterapia?
Tra paziente e terapeuta si crea una relazione, che diventa essa stessa curativa, e che si definisce all’interno di un settingpreciso fatto di spazi e tempi, regolari, cadenzati, costanti. La psicoterapia prevede incontri settimanali della durata di 50 minuti ciascuno. Periodicamente si farà il punto sul raggiungimento degli obiettivi terapeutici prestabiliti e, assieme al paziente, si deciderà l’elaborazione di nuovi obiettivi di crescita emergenti da perseguire, o altresì si proseguirà nel lavoro.
Come vengono tutelate le informazioni fornite allo psicoterapeuta dal paziente?
Lo psicologo psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale, ovvero a rispettare l’obbligo di tutelare l’intimità della relazione professionale ed, in particolare, quelle informazioni molto personali e riservate che il cliente/paziente vuole che rimangano all’interno del rapporto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate, a meno che non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli del Codice Deontologico, comunque previo consenso del destinatario della sua prestazione e considerando preminente la tutela psicologica dello stesso.
La maggioranza delle prestazioni professionali in campo psicologico implicano la raccolta di dati sensibili quali, oltre ai dati personali, quelli sulla vita psichica, affettiva o sessuale delle persone. Questo comporta che per la nostra professione costituisce un obbligo l’applicazione del Codice in Materia di Protezione dei Dati – D.Lgs n. 196 del 30/6/2003 in vigore dal 1° gennaio 2004 e succ. mod. – (questa normativa ha abrogato la precedente Legge 675/96). Il Codice, comunemente noto come Legge sulla privacy, è un insieme di norme per la tutela della persona, e disciplina il trattamento dei dati personali considerandoli proprietà inalienabile dell’individuo.
Tutte le prestazioni professionali vengono erogate su autorizzazione scritta della persona che si rivolge a me per una consulenza o che ho in cura, come esplicitamente indicato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi Italiani. Per quanto riguarda i minori l’autorizzazione al trattamento dei dati personali del proprio figlio/a, deve necessariamente essere rilasciata da entrambi i genitori, tramite compilazione e firma di un apposito modulo.