COSA E’ L’ANALISI TRANSAZIONALE?
L’Analisi Transazionale è un approccio che costituisce un ponte tra le profondità della nostra vita interiore e la quotidianità, capace di guardare nei recessi più lontani della nostra storia e della nostra sofferenza, così come di agire sulla consapevolezza a livello delle relazioni presenti, nel qui e ora.
L’Analisi Transazionale è una delle teorie psicologiche più conosciute, elaborata da Eric Berne negli anni 50, ma anche una teoria della personalità, una teoria della comunicazione, una teoria dello sviluppo infantile e una teoria della psicopatologia. Essa è, inoltre, una pratica psicoterapeutica.
GLI ASSUNTI DELL’ANALISI TRANSAZIONALE
L’Analisi Transazionale si basa su tre principi filosofici:
- La persona nasce OK – OKness
Questa visione supera la tradizionale distinzione in “sani” e “malati” proprio perché ogni persona nasce con ricchezza e risorse proprie (come “principi” o “principesse”, secondo Berne). Si tratta di una concezione dell’essere umano che nasce da una filosofia positiva, in cui ogni persona è fondamentalmente O.K., nel senso che tutte le persone hanno la capacità di pensare e di prendere decisioni su di sé. - Responsabilità
Ciascuno è responsabile della propria vita ed in questo senso il paziente è responsabile del suo stesso cambiamento: cliente e psicoterapeuta condividono la responsabilità per il cambiamento che si vuole raggiungere ed ognuno da il proprio contributo verso l’obiettivo. Una metafora di Berne è estremamente efficace nel rendere questo concetto: lo psicoterapeuta ha infatti il compito di dare al suo paziente la “licenza di pesca”, insegnandogli a pescare, piuttosto che procurargli i pesci. - Ridecisionalità
Ognuno decide il proprio destino, e queste decisioni possono essere cambiate. In fasi precoci della vitale persone hanno preso inconsapevolmente decisioni che sono sembrate funzionali all sopravvivenza, ma nel presente della persona adulta non lo sono più. L’Analisi Transazionale riconosce alla persona il potere di cambiare queste decisioni.
Lo psicoterapeuta che segue questo modello teorico per l’ intervento con i suoi pazienti non perde mai di vista queste basi. E le usa per guidare il paziente stesso verso la guarigione, o più in generale, verso un maggiore equilibrio interiore.
“La sofferenza psichica viene vista come un blocco di crescita del potenziale psicofisico dell’essere umano” (Novellino, 2003).
Ecco, Berne sosteneva che il compito della terapia non fosse far fare progressi, ma guarire: “far fare progressi significa far stare meglio i ranocchi, mentre guarire significa togliersi la pelle del ranocchio ed intraprendere nuovamente lo sviluppo interrotto del principe o della principessa”.
La metodologia di intervento dell’analisi transazionale si fonda sulla contrattualità: nella relazione terapeutica, terapeuta e paziente stipulano un “contratto”, ovvero un accordo sugli obiettivi di terapia da raggiungere.
“Il paziente viene quindi responsabilizzato dall’inizio a porsi come controparte attiva di un professionista il cui compito non è quello di risolvere i problemi del paziente, bensì quello di aiutare a comprendere come finora si è bloccato dal risolverli da solo.” (Novellino, 1998)
Il nome Analisi Transazionale deriva da “transazione” cioè “scambio”, infatti L’Analisi Transazionale si occupa, tra gli altri aspetti, di come gli individui interagiscono tra di loro.
Le transazioni, secondo Berne, possono far emergere gli elementi più profondi della personalità. Infatti le transazioni che noi abbiamo con gli altri sono lo specchio delle transazioni che facciamo con noi stessi. Gli elementi profondi della personalità secondo l’Analisi Transazionale sono tre “Stati dell’Io”, tra loro relativamente autonomi ma non sempre bene integrati.
GLI STATI DELL’IO
Il modello dei tre Stati dell’Io descrive come siamo strutturati dal punto di vista psicologico, ci aiuta a capire il nostro funzionamento e come esprimiamo la nostra personalità attraverso il comportamento. Berne raggruppa gli stati dell’io in tre grossi insiemi: il Genitore, l’Adulto e il Bambino. Ogni stato di personalità si esprime ed entra in relazioni con gli altri.
- Lo stato “Genitore”è costituito da comportamenti, pensieri ed emozioni “copiati” dai genitori o dalle figure genitoriali. Il Genitore giudica a favore o contro, e può rappresentare un controllo o un sostegno. Quando il Genitore ha un atteggiamento critico è detto Genitore Normativo; quando offre appoggio viene detto Genitore Affettivo.
- Lo stato “Adulto”è costituito da comportamenti, pensieri ed emozioni che sono una risposta diretta del “qui ed ora”. Rappresenta l’esame di realtà, ovvero pensieri, emozioni e comportamenti coerenti con quello che stiamo vivendo. L’Adulto è la parte della personalità che elabora, come un computer, le informazioni che gli si danno, producendo risposte assolutamente logiche e razionali. La sua funzione principale è quella di aiutare il Bambino a soddisfare bisogni e desideri utilizzando dei metodi razionali e socialmente accettabili.
- Lo stato “Bambino”è costituito da comportamenti, pensieri ed emozioni riproposti dall’infanzia. Rappresenta quella che possiamo definire la parte più “spontanea” ed emotiva della personalità. Quando siamo nello stato dell’Io Bambino, agiamo come agirebbe il fanciullo della nostra infanzia. Lo Stato dell’Io Bambino affettuoso o scontroso, impulsivo, spontaneo o giocoso, viene detto Bambino Naturale. Quando è pensoso, creativo, ingegnoso è detto il Piccolo Professore. Se ha paura, si sente in colpa o si vergogna è detto Bambino Adattato.
IL COPIONE
Uno dei concetti più importanti dell’Analisi Transazionale è quello di “Copione“. In sostanza durante l’infanzia decidiamo di tracciare una strada per la nostra vita, che in quel momento rappresenta la scelta più funzionale. Durante la vita adulta riproponiamo quelle strategie dell’infanzia anche quando queste si dimostrano inefficaci e dolorose, come in un’opera teatrale già scritta.
Nel copione c’è dunque ripetitività e Berne ha posto molta attenzione alle situazioni di sofferenza e di disagio che si esprimono attraverso la ripetitività arrivando ad elaborare il concetto di “Gioco psicologico”per mettere in evidenza le modalità relazionali che inconsapevolmente le persone mettono in atto per confermarsi un’idea precostituita su di sé e sugli altri (convinzioni di copione), e quindi più in generale per confermare il proprio copione, per quanto disfunzionale.
Il fine della psicoterapia per Berne è la risoluzione dei problemi del paziente fino al recupero dell’autonomiaperduta attraverso la contrattualità e la ridecisionalità. Dalle parole dello stesso Eric Berne:
“L’autonomia si conquista quando si liberano o si recuperano tre capacità: consapevolezza, spontaneità e intimità.
Consapevolezza significa capacità di vedere una caffettiera e di sentire cantare gli uccelli a modo nostro e non come ci è stato insegnato… La consapevolezza esige che si viva presenti, quanto al luogo e al momento, e non altrove, nel passato o nel futuro… La persona consapevole è viva perchè sa che cosa prova, sa dove si trova e quale momento vive…
Spontaneità significa scelta, libertà di selezionare ed esprimere uno dei sentimenti disponibili…
Intimità significa franca, immediata espressione di sé”
A chi è utile la psicoterapia ad orientamento analitico transazionale?
L’approccio analitico transazionale viene utilizzato nel trattamento di tutti i disturbi psicologici. In particolare è indicata con:
- Disturbi d’ansia
- Depressione
- Disturbi di personalità
- Disturbi di natura psicosomatica
- Disturbi del sonno
- Disturbi legati al controllo degli impulsi
- Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza
- Problematiche legate all’autostima
- Problematiche relazionali (o di coppia)